Partiamo dalle tue origini, quando hai iniziato ad interessarti alla fotografia? avevo 18 anni, per poche migliaia lire mi sono comprato una vecchia Zenith russa usata e dopo innumerevoli scatti più o meno riusciti mi si è aperto un mondo. Avevo fame di fotografia e qualsiasi cosa si presentasse davanti al mio obiettivo era già impressa nella pellicola per poi essere stampata in bianco e nero. Mi compravo un sacco di riviste fotografiche con articoli su ritratto, paesaggi, macro, reportage ... ma da autodidatta i tentativi di mettere in pratica le nozioni studiate fallivano miseramente col risultato di foto banali e scontate. Incominciai ad appassionarmi ai grandi fotografi e con profonda ammirazione visitai parecchie mostre tra le quali Ansel Adams, Mario Giacomelli, Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt, Man Ray, Gianni Berengo Gardin, Sebastiao Salgado, ma quello chi mi entusiasmò più di ogni altra cosa furono gli workshop sul bianco e nero tenuti da grandi stampatori sparsi in tutta Italia. Da allora incominciai a “guardare” il mondo con occhi diversi, guardavo in bianco e nero!
Raccontaci un po’ del tuo essere fotografo e vespista. Premetto che sono vespista solo dal 2013 ma mi sembra di esserlo da sempre, la passione è nata dopo un decennio di assenza forzata dalle moto di grossa cilindrata. A causa di un brutto incidente con esiti disastrosi per il ginocchio sono stato costretto a guardare le moto solo da lontano ma un bel giorno, girando in internet, mi imbatto in alcune discussioni sui forum che parlavano di Vespa. Leggevo di passioni trasmesse con così tanta enfasi e gioia che mi è venuta voglia di possederne una. Mi sono detto: a costo di tenerla ferma in garage, la voglio! Ho fatto una delle cose più belle della mia vita! Dopo un titubante approccio vedo che la posizione di guida mi si addice senza compromettere la mobilità del ginocchio, da quel giorno col Px 150 ho percorso più di 35mila chilometri (in due anni), e sempre con la macchina fotografica al seguito. Girare in Vespa e fotografare mi ha reso felice, descrivere a parole le sensazioni che mi danno queste passioni è impossibile, preferisco che parlino le mie foto. Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un fotografo? A livello professionale è stata la mia salvezza, distinguermi dagli altri con un mio stile e identità con qualcosa di personale che mi rappresenti, è stata la mossa vincente per mantenere una attività che altrimenti sarebbe andata verso un inesorabile declino, non è stato facile mantenere i propri principi e idee in un mondo dove siamo tutti fotografi, basta avere un cellulare e un collegamento ai vari social network che ci si improvvisa fotografi provetti!
Quali sono i tuoi punti di riferimento (fotografi del passato o contemporanei)? Punti di riferimento ne ho parecchi, il già citato Ansel Adams che con le sue perfette stampe in bianco e nero mi ha letteralmente incantato, specie nella tecnica di sviluppo del negativo e la stampa col suo "sistema zonale”. Il grande reporter Cartier-Bresson che invano ho cercato di imitare. Elliott Erwitt che con la sua grande ironia ha consegnato al mondo immagini di infinita bellezza. Tra i contemporanei mi piace l’italiano Ferdinando Scianna, il reporter che ama definirsi “un fotografo senza etichette”, un uomo che racconta la vita con un linguaggio che presenta ciò che non è più. Cos’è per te oggi la fotografia professionale? La fotografia professionale è un lavoro! Si lavora per guadagnare e per vivere, ma vivere di fotografia non è facile. Nei primi tempi che avevo aperto l'attività ero uno studioso appassionato di fotografia che voleva emergere e sfondare a tutti i costi. Dopo un paio di mesi ho capito che le fotografie le dovevo vendere, non solo mostrare e far capire ai potenziali clienti quanto sono appassionato e bravo. La miglior fotografia che ho fatto non è la più bella ma quella che ho venduto bene!
Cosa provi quando scatti? Per lavoro di fotografia industriale e pubblicitaria provo sofferenza ed emozione, prima devo capire cosa serve al cliente e cosa posso fare per renderlo felice, poi una volta reso felice, provo gioia per aver guadagnato la pagnotta. Nella fotografia di ritratto e matrimonio è diverso, il cliente si affida a me in tutto e per tutto, conosce il mio stile e il mio modo di agire e mi lascia libero di esprimere la mia creatività artistica. Per questo ho una clientela molto selezionata, lavoro solo per quelli che apprezzano il mio stile, altri che vorrebbero impormi la loro idea con specifiche pose e impaginazione, possono andare altrove. Quanto conta per te la tecnica rispetto alla componente artistica? La tecnica conto molto, sapere come si usa bene la macchina fotografica e i vari mezzi di post-produzione è fondamentale, soprattutto tenersi aggiornati e al passo coi tempi. Comunque quello che fa la fotografia non è l’obiettivo o l'otturatore ma quello che sta dietro, sei tu! Conoscere le regole per poi trasgredirle è la componente essenziale per esprimere l’arte e la creatività!
Della tua carriera di fotografo quali sono gli scatti che ti hanno dato più soddisfazione? Quelli che ho venduto bene! ...scherzo!, ma non tanto. Gli scatti che faccio per me sono quelli di maggior soddisfazione, specie quando sono in Vespa con la fotocamera al collo, in giro senza meta ad immortalare la gioia che provo nell’essere libero. Quanto è importante per te quello che pensa del tuo lavoro chi guarda le tue foto? Ho imparato a staccarmi dai giudizi e pareri degli altri, sono abbastanza critico nei miei confronti. Certo che mi fanno piacere i complimenti!
C’è un particolare progetto fotografico che ti piacerebbe realizzare e non sei ancora riuscito a concretizzare? Ho in mente un progetto fotografico che spero di realizzare, ci sto lavorando da un po’ e voglio inserire a tutti i costi la Vespa. Il titolo è ancora per aria, quello provvisorio è: "Foto ricerca in Vespa”. Un’altra intuizione me l’ha suggerita il mio amico gran Guru delle Vespe “Calabrone” che guardando le mie foto mi ha ispirato un progetto dal titolo “L’acchiappanuvole” … tutto da inventare!
è possibile contattare Lino direttamente dalla sua pagina Facebook (link)
Sulla sua pagina Flickr è possibile visionare alcuni dei suoi scatti.
© 2015 by VespArt & News / Lorenzo Franchini
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